Come i pensieri diventano cose
“Se vuoi qualcosa credici! Immagina sia già avvenuto!”
Il famoso incitamento a pensare a ciò che desideriamo come se fosse già presente, muove dal presupposto che il nostro pensiero abbia una grande capacità di creazione, ma se finora abbiamo accolto questo principio sulla base semplicemente della fede in essa per la piacevolezza di poter credere di modellare la realtà a nostro piacimento, interviene ora la fisica quantistica a dimostracene la veridicità.
La fisica quantistica ha rivoluzionato gli schemi interpretativi della scienza e della realtà al punto da far apparire il famosissimo film “Matrix” delle sorelle Wachowski un antesignano della nuova visione che essa apporta.
Alcuni di voi ricorderanno i fotogrammi in cui si vedono comparire dei numeri verdi in codici e sequenze numeriche che scorrono su fondo nero, quasi a indicare un linguaggio criptato attraverso il quale codificare la realtà.
Ebbene, poiché la fisica quantistica costituisce l’anello mancante tra scienza e metafisica, ogni volta che abbiamo a che fare con essa entriamo a gamba tesa in un territorio di confine tra scienze, neuroscienze, epigenetica e medicina. Ciò perché essa mette in luce una nuova interpretazione dell’uomo e della sua interazione con la realtà, tanto da non poterlo più identificare solo come un corpo, bensì, come la medicina si sta avvicinando sempre più a sostenere, come una unità energetico-emotiva. Ed in quanto tale, l’uomo attraverso la sua energia crea, e crea in base alle sue emozioni e convinzioni, soprattutto inconsce!
L’esperimento della doppia fenditura del Thomas Young del 1801, che voleva inizialmente dimostrare la realtà ondulatoria della luce, è stato replicato più volte utilizzando un fascio di elettroni e fu eseguito per la prima volta da Claus Jönsson dell’Università di Tubinga nel 1961 e quindi ripetuto nel 1974 a Bologna da Pier Giorgio Merli, Gianfranco Missiroli e Giulio Pozzi.
Questi ultimi esperimenti hanno comprovato la natura ondulatoria e contemporaneamente particellare della luce, riabilitando l’importanza dell’osservatore sull’esito finale, ovvero hanno definito quanto un osservatore influisca sulla realtà. Infatti, un singolo elettrone o fotone, assume la forma di elettrone o fotone se osservato, mentre mantiene la sua forma di onda di energia in caso di assenza di un osservatore!!!
Paradossalmente è come dire: la realtà non esiste finché non la osservi. E osservandola le dai una forma che sia comprensibile per la tua mente. La mente infatti, ha sempre bisogno di contenuti che soddisfino il suo bisogno cognitivo, ossia di riconoscere definire e catalogare tutto in base alle sue conoscenze, riuscendo ad attribuire un solo significato a ogni singola cosa oggetto, parola, suono o altro che sia.
Qui siamo di fronte ad una delle meraviglie della fisica quantistica: gli elementi che compongono la realtà non sono avulsi e indipendenti l’uno dall’altro come la scuola Newtoniana ha insegnato. Quest’ultima, infatti, se da un lato aveva scisso il connubio indissolubile tra mondo fisico e spirituale di mediovale memoria, ovvero la visione di un mondo dove gli accadimenti anche fisici erano voluti da un dio spesso tuonante e castigatore, dall’altro aveva permesso una “scientificità” nel dimostrare che ogni elemento si muove grazie a leggi intrinseche indipendenti, e quindi il mondo era diventato oggetto di studio in tutte le sue parti similmente agli ingranaggi di un orologio, relegando però così anche l’uomo ad essere considerato “solo” un corpo da studiare. In questo modo Newton, con le sue teorie, è stato una antesignano dei movimenti illuministici, razionalistici e del determinismo causa -effetto.
L’uomo è stato pertanto escluso dai processi di creazione, e si è generata una frattura irreparabile tra scienza e “metafisica”, relegando in quest’ultima tutto ciò che non fosse scientificamente dimostrabile.
Ebbene, la fisica quantistica oggi costituisce il punto di incontro tra queste 2 correnti di pensiero, riproponendo l’implicazione dell’osservatore nel processo di creazione della realtà, grazie all’esperimento di Young di cui abbiamo parlato.
Ma c’è molto di più: cos’è il pensiero e come si origina?
Che noi pensiamo, e che lo facciamo costantemente, è una verità innegabile. Quando pensiamo emettiamo luce attraverso il nostro Terzo occhio, e questa luce, a seconda del pensiero che esprimiamo, è modulata in onde che, a seconda della loro frequenza, possono avere un effetto positivo o negativo sull’ambiente circostante e su chi incrociamo/frequentiamo. È un po’ come dire che, banalizzando, le onde fungano da veicolo sul quale noi appoggiamo una informazione positiva o negativa che si propaga nello spazio. Sappiamo che le energie possono essere benefiche o meno e poiché le onde si misurano appunto in hertz, possiamo tradurre questo concetto scientificamente dicendo che certi hertz sono benefici per noi o viceversa.
Quando il nostro pensiero si manifesta, entra in una area detta “del territorio creante”, una zona in cui attraverso un gioco di specchi, l’onda primaria si moltiplica infinitamente. Queste onde sono identiche a se stesse, ovvero della stessa intensità, ma moltiplicandosi cominciano ad andare avanti e indietro in questa porzione di spazio ed anche a scontrarsi. Dallo scontro nasce il famoso “collasso d’onda”, ovvero il luogo in cui l’idea, il pensiero da noi emesso, comincia a prendere forma nella nostra realtà!
In breve: è come se la realtà ultima fosse unicamente composta da energia che noi plasmiamo in forme a seconda dei nostri pensieri.
E noi sulla base di cosa emettiamo i nostri pensieri, ovvero cosa ci spinge a creare “onde” o hertz di un certo tipo o di un altro? E perché facciamo tanta fatica a cambiare i nostri pensieri e i nostri modi di vedere e interpretare la realtà?
Ebbene, i nostri neuroni hanno il compito di collegarsi tra loro formando le famose sinapsi e attraverso questi collegamenti si creano dei circuiti neuronali in cui scorrono i nostri pensieri. I collegamenti si formano sulla base delle esperienze che maturiamo nella vita e sono quindi molto viziati da condizionamenti, traumi, influenze culturali, aspettative etc. etc. Una volta che si crea un circuito neuronale, il pensiero continuerà a circolare in esso, e quindi a essere veicolato nel mondo nello stesso modo, e di conseguenza a modellare il mondo nello stesso modo!
Tutte le tecniche quali la meditazione, la benedizione, terapie vibrazionali, yoga e simili, cercano di attuare una “pulizia” se non addirittura una assenza momentanea di pensiero. Il vuoto della mente è un grande dono e permette ai neuroni di “scollegarsi” tra loro per ricomporsi in modo diverso, creando così nuove forme di pensiero e di interpretazione/creazione del mondo. In breve, il lavoro personale e individuale di risoluzione interiore tramite le tecniche suddette, ma anche attraverso tutte le altre qui non menzionate ma comunque atte allo scopo, dalla psicoterapia allo sciamanesimo, sono fondamentali nel permetterci un’altra visione interiore e quindi un’altra creazione della nostra esistenza. La finalità ultima del processo di creazione è di poter creare in sintonia con la nostra Anima, quel luogo saggio e divino in cui risiede la verità di ciò che siamo e l’indicazione di cosa portare a realizzazione per sentirci felici e gioiosi. La Coscienza è lo strumento che veicola il corpo fisico in questa dimensione per collassare nella realtà le nostre azioni a seconda, appunto, del nostro livello di Coscienza, ossia di quanto riusciamo ad ascoltare e seguire gli impulsi dell’Anima. Nella finalità dell’evoluzione del mondo, siamo “destinati” ad elevarci fino a coincidere con il desiderio e l’impulso della nostra Anima, così da vivere nell’amore incondizionato e nell’armonia totale e perfetta. E questi concetti sono ora ripresi dalla scienza che individua nella Coscienza dell’Universo un sinonimo di Anima, così come Gregg Braden parla di Matrix, Laszlo di Campo Akashico, Bohm di Ordine Implicito, le religioni di Dio e LA FISICA QUANTISTICA di CAMPO INFORMATIVO DI BASE. Con questo concetto la fisica quantistica intende un luogo non luogo e senza tempo che racchiude l’Uno/tutto, ovvero l’insieme di tutte le innumerevoli possibilità esistenti, ma anche la matrix di come ogni cosa dovrebbe essere per funzionare in armonia profonda: una sorta di luogo in cui vi sono le matrici dell’esistenza perfetta. La bella notizia è che nel progetto evolutivo tutti siamo chiamati a divenire l’Amore universale e incondizionato: nessuno verrà lasciato indietro.
Più cerchiamo di creare la nostra realtà in sintonia con la nostra Anima o, se amate la scientificità, in sintonia con il campo informativo di base, più la vostra vita sarà gioiosa e scorrevole, ma per farlo dobbiamo risolvere il nostro inconscio.
Concludo quindi con la famosa frase di Carl Gustav Jung:
Rendi cosciente l’inconscio
Altrimenti sarà l’inconscio a guidare al tua vita
e tu lo chiamerai destino.